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Resolutio casus III propositi in Kalendario fesulano

5. Biblioteca Città di Arezzo, collocazione M.D. XCVII 13

Resolutio casus III propositi in Kalendario fesulano: an. M. DCC. XCIII. Arretii: sumptibus Catharinae, & Filii Bellotti, 1794.

15, [1 b.] p.; formato 8° (18 cm.)

Prendendo spunto da questo piccolo libello stampato ad Arezzo nel 1794 ci possiamo chiedere. Ma quanti modi esistevano per misurare il tempo oltre a quello dell’Incarnazione? Dipendeva molto dalla zona in cui si viveva:

Lo STILE DELLA NATIVITÀ fissava il primo giorno dell’anno al 25 dicembre, di conseguenza, l’anno iniziava sette giorni prima rispetto a quanto accade oggi. Per capirci: le città che facevano uso di questo stile avrebbero detto di aver fatto il cenone della Vigilia nel 2020 e di aver scartato i regali di Natale nel 2021. Indicato nei documenti con formule tipo anno a nativitate Domini, era lo stile più diffuso in Italia.

Lo STILE VENETO, di per sé, è scollegato a qualsiasi tipo di festa religiosa. Probabilmente suggestionato dai tepori della primavera, fissava al 1° marzo l’inizio dell’anno nuovo ritardandolo così di due mesi rispetto a quanto facciamo oggi. Come suggerisce il nome, fu uno stile utilizzato largamente nella Serenissima e rimase in voga fino alla caduta della Repubblica di Venezia.

Lo STILE BIZANTINO vedeva iniziare l’anno il 1° settembre, con i primi freschi dell’autunno; dunque, l’inizio dell’anno era anticipato di quattro mesi rispetto a quello moderno. Lo si utilizzava principalmente nei territori appartenuti anticamente alla Magna Grecia, quindi, in alcune regioni del Sud Italia.

Lo STILE DELLA PASQUA prevedeva che l'anno nuovo cominciasse con qualche mese di ritardo rispetto a quanto accade oggigiorno, in una data variabile di anno in anno a seconda di quando cade la Pasqua. Utilizzato molto poco in Italia, fu adottato in Francia per buona parte del Medioevo; è bene allarmarsi se si trova nei documenti una datazione che dichiara di calcolare il tempo a resurrectione, oppure a Paschale, oppure a passione Domini.

Lo STILE DELLA CIRCONCISIONE è quello che utilizziamo oggi. In realtà, ben prima di quel momento, era stato Giulio Cesare a ordinare che l’anno iniziasse il 1° gennaio. La convenzione rimase valida fino al crollo dell’Impero e alcune aree d’Europa scelsero di conservarla anche nei secoli a venire: in Spagna e in Portogallo, ad esempio, si continuò a datare così per buona parte del Medioevo. Indubbiamente era comodo, se non altro perché faceva iniziare l’anno nel primo giorno di un mese; E poi, era, poi, il modo in cui datavano gli Antichi, il che aggiungeva un certo tocco di fascino. Pian piano, chi prima e chi dopo, tutti quanti decisero di uniformarsi a questo stile che fu giustappunto ribattezzato “della circoncisione” per dargli un qualche legame col calendario liturgico. Nella seconda metà del XV secolo un po’ tutta Italia era passata a questo stile ed entro la fine del secolo anche i papi si piegarono di buon grado a questa comodità moderna.

 

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