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Romani calendarii a Gregorio XIII

3. Biblioteca Città di Arezzo, collocazione R 64

Clavius, Christophorus <1538-1612>

Romani calendarii a Gregorio XIII P.M. restituti explicatio S.D.N. Clementis VIII P.M. iussu edita. Auctore Christophoro Clauio Bambergensi Societatis Iesu. Accessit confutatio eorum, qui Calendarium aliter instaurandum esse contenderunt. Romae: apud Aloysium Zannettum, 1603

[36], 680, [4] p., formato in Folio (349 x 220 mm.)

Stemma di Clemente VIII al titolo, con tavole tipografiche, di cui alcune con bordo di fiori tipografici e fregi xilografici.

Si tratta della prima edizione, molto rara e pregevole, dell'opera di fondazione del gesuita tedesco Clavius ​​sul calendario gregoriano. Questo era stato adottato nei paesi cattolici nel 1582 dopo che le sue stesse proposte di riforma, basate sulle "Tavole prussiane" di Reinhold, erano state accettate dal Papa. Rendendo necessaria la perdita dei dieci giorni nell'ottobre 1582, il calendario incontrò una notevole opposizione da parte di scienziati come Viète e Scaligero e dei protestanti.

All'interno dell'opera Clavius illustra i principi e le spiegazioni della riforma del calendario romano voluta da papa Gregorio XIII per correggere la discordanza che andava progressivamente aumentando col passare dei secoli tra le date del calendario e i principali fenomeni astronomici. Poichè l’antico calendario giuliano era ormai in ritardo di 10 giorni sul corso solare, il papa istituì nel 1577 una commissione, in cui lavorò alacremente il Clavius, atta a studiare la soluzione del problema. La riforma che ne scaturì venne attuata mediante due interventio: per far tornare i conti, nella bolla Inter gravissimas del 24 febbraio 1582, papa Gregorio XIII decretò che il giorno successivo al giovedì 4 ottobre 1582 fosse venerdì 15 ottobre e, inoltre, venne stabilito di sopprimere tre anni bisestili ogni quattro secoli.

 

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