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Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, e architettori

4. Biblioteca Città di Arezzo, collocazione XVII 183

Giorgio Vasari (1511-1574)

Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, e architettori scritte da m. Giorgio Vasari pittore et architetto aretino, di nuouo dal medesimo riuiste et ampliate con i ritratti loro et con l'aggiunta delle Vite de' viui, & de' morti dall'anno 1550. insino al 1567. Prima, e seconda [-terza] parte. Con le tauole in ciascun volume, delle cose piu notabili, de' ritratti, delle vite degli artefici, et de i luoghi doue sono l'opere loro. In Fiorenza: appresso i Giunti, 1568

Il 25 marzo, per celebrare il capodanno e la Vergine Maria, protettrice di Firenze, il clero e le magistrature cittadine si recavano in processione solenne alla basilica, recando offerte in cera come per la festa patronale di San Giovanni, e la ricorrenza era considerata giorno festivo. All’episodio dell’Annunciazione si riconduce anche una tradizione festiva che risale, secondo l’attestazione delle fonti, agli anni ’30 del XV secolo. La fortuna di questo spettacolo fu strettamente legata a quella della famiglia Medici, ed è confermata anche dalla frequenza con cui il soggetto sacro venne raffigurato, nel periodo della loro egemonia, in affreschi, dipinti e terrecotte invetriate.

La caratteristica di questa ‘festa’, come viene anche definita dalle testimonianze coeve, era l’impiego di un allestimento scenico complesso, arricchito da soluzioni illuminotecniche e musicali di grande effetto, che ricreava l’immagine del Paradiso, sulle capriate del tetto della chiesa, e il collegamento fra questo e la dimora della Vergine, posta su un palco di legno innalzato al centro della navata, tramite un dispositivo ascensionale a forma di mandorla. La più completa descrizione di questo apparato è offerta da Giorgio Vasari nella Vita del Brunelleschi al quale l'aretino attribuisce la paternità dell’ingegno e si riferisce con ogni probabilità all’allestimento, dello stesso Vasari, realizzato nel 1565 in occasione delle nozze fra Francesco de’ Medici (figlio del duca Cosimo I) e la regina Giovanna d’Austria.

A c. RR3r. (p. 321): “[…] Dicesi ancora che gl’ingegni del paradiso di San Felice in piazza, nella detta città, furono trovati da Filippo [Brunelleschi], per fare la rappresentazione, ovvero festa, della Nunziata in quel modo che anticamente a Firenze in quel luogo si costumava di fare; la qual cosa in vero era maravigliosa, e dimostrava l’ingegno e l’industria di chi ne fu l’inventore. Perciocché si vedeva in alto un cielo pieno di figure vive muoversi, ed una infinità di lumi quasi in un baleno scoprirsi e ricoprirsi. Ma non voglio che mi paia fatica raccontare come gl’ingegni stavano per appunto; atteso che ogni cosa è andata male, e sono gli uomini spenti che ne sapevano ragionare per esperienza […]“

 

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